La polizia scozzese utilizzerà i droni per rintracciare dispersi e verificarne l’identità: sarà possibile tramite l’RPAS (remotely piloted aircraft system) e basterà uno smartphone. Il tutto funzionerà a 150 metri di distanza. Andiamo a scoprire maggiori dettagli.
In Scozia la polizia utilizzerà droni per rintracciare dispersi
Ma come funziona questa tecnologia? In sostanza il drone in volo si avvicina per scrutare i lineamenti della persona e invia il tutto ai dati della Centrale di Polizia. Dopodichè bastano pochi minuti per esesguire il riconoscimento facciale, reso possibile anche in condizioni estreme (disastri ambientali o comunque emergenze di ogni tipo).
Grazie al sistema RPAS di cui abbiamo parlato qualche riga più su, la polizia scozzese potrà individuare dispersi e rendere al contempo i soccorsi più semplici. Tutto ciò grazie alle telecamera ad alta definizione montate sui droni e alle reti neurali allenate dalla West Scotland University.
Il software montato all’interno del drone è capace di distinguere se il soggetto inquadrato è una persona, un animale o un oggetto, anche in un contesto in movimento. Ecco le parole di Carl Schaschke, professore della School of Computing, Engineering and Physical Sciences rilasciate alla BBC: “Non serve un supercomputer sofisticato, bastano uno smartphone e due agenti: uno per pilotare un drone e l’altro per gestire il software di riconoscimento“.
Saranno tre i droni che entreranno in funzione per il test che la polizia presenterà giovedì al summit del Censis. Sul fronte privacy, la polizia fa sapere che il drone è atto solo ed esclusivamente ad identificare chi ha bisogno, in trasparenza e nel pieno rispetto dei diritti umani.