I malware più diffusi del 2018 presentati da Check Point Software Technologies

Classifica malware più diffusi-Check Point Software Technologies

La classifica dei malware più diffusi esposta da Check Point Software Technologies al MWC 2018


Check Point® Software Technologies Ltd., il principale fornitore di soluzioni di cybersecurity a livello globale, ha riconfermato a gennaio una presenza massiccia dei malware per il mining di criptovalute: secondo i dati del Global Threat Impact Index il 23% delle organizzazioni è stato colpito dalla variante di Coinhive a livello mondiale. Anche in Italia Conhive si è posizionato al primo posto nella classifica dei malware più diffusi, seguito da Fireball, il malware che prende il controllo dei browser, trasformandoli in zombie scoperto da Check Point lo scorso maggio e da Nivdort, una famiglia di trojan che colpisce la piattaforma Windows. Nonostante questi dati, l’Italia si è comportata bene scivolando di oltre 35 posizioni nella classifica dei paesi più attaccati e fermandosi alla posizione 114 (a dicembre 2017 occupava la posizione numero 75)

All’interno della classifica dei top 10 malware più diffusi, i ricercatori di Check Point hanno scoperto tre diverse varianti di malware per il cryptomining riconfermando al primo posto Coinhive, che ha coinvolto un’organizzazione su cinque. Si tratta di uno script di mining che utilizza la CPU degli utenti che visitano determinati siti web per minare la criptovaluta Monero. Il JavaScript presente al suo interno sfrutta le risorse computazionali delle macchine dell’utente finale per estrarre le monete, incidendo quindi sulle prestazioni del sistema.

Negli ultimi tre mesi i malware per il cryptomining sono diventati una minaccia crescente per le organizzazioni, poiché i criminali hanno scoperto che si tratta di una fonte incredibile di guadagno”, ha dichiarato Maya Horowitz, Threat Intelligence Group Manager di Check Point. “È davvero complicato prevenirli, poiché spesso sono celati nei siti web, permettendo così agli hacker di servirsi di vittime innocenti per sfruttare la potenza delle CPU che molte aziende hanno a disposizione. Per questo motivo, è fondamentale che le organizzazioni si dotino di soluzioni in grado di prevenire questi attacchi informatici per così dire segreti”.

Oltre ai miner di criptovalute, i ricercatori di Check Point hanno individuato che il 21% delle organizzazioni non è riuscito a gestire le macchine infettate dal malware Fireball. Fireball è un browser hijacker che si trasforma in un malware downloader completo in grado di eseguire un qualsiasi codice sui computer delle vittime. È stato scoperto per la prima volta a maggio 2017, ma è stato protagonista di numerosi attacchi durante la scorsa estate.

A gennaio, il malware per il mining di criptovalute più diffuso è stato Coinhive che ha colpito il 23% delle organizzazioni, seguito al secondo posto da Fireball e al terzo posto dall’exploit kit Rig che ha coinvolto il 17% delle organizzazioni.

*La lista completa delle 10 famiglie di malware più attive nel mese di gennaio è disponibile sul blog di Check Point:
http://blog.checkpoint.com/2018/02/13/januarys-most-wanted-malware-cryptomining-malware-continues-to-cripple-enterprise-cpu-power/

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