La Piracy Shield non funziona ma nessuno ha il coraggio di ammetterlo

Piracy Shield flop

Se siete amanti del calcio e avete a cuore una squadra che milita in Seria A avrete sicuramente sentito parlare di Piracy Shield, la riforma nata per fermare il famoso “pezzotto” e dare un giro di vita ad App e Siti che trasmettono ogni giorno gli eventi sportivi in modo illegale.

Attiva dal 1° Febbraio 2024, sponsorizzata su Tv e in eventi politici, la legge ha fatto fin da subito discutere. Nonostante gli annunci entusiastici e le bandiere levate nel nome della legalità i fatti hanno dimostrato che fermare i “pirati” nell’era di Internet è impossibile ma nessuno ha il coraggio di ammetterlo.

Analizziamo insieme cos’è la Piracy Shield, perchè non funziona e quale potrebbe essere il futuro di questa riforma, voluta fortemente dai principali gestori di diritti calcistici.

Cos’è la Piracy Shield

cos'è la piracy shield

La legge 14 luglio 2023, n. 93, entrata in vigore l’8 agosto, ha attribuito nuovi poteri all’Autorità al fine di rafforzarne le funzioni per un più efficace e tempestivo contrasto delle azioni di pirateria on line relative agli eventi trasmessi in diretta ( cit. Agcom ). Il sistema, sviluppato in risposta alla crescente problematica dello streaming illegale , mira a contenere l’impatto significativo sui diritti di trasmissione e sulle entrate della Lega Serie A.

La funzionalità principale di Piracy Shield è quella di bloccare gli indirizzi IP e i DNS associati allo streaming illegale di partite di calcio ed eventi sportivi. Il sistema è stato progettato per agire rapidamente, con l’obiettivo di bloccare gli stream illegali entro 30 minuti dalla segnalazione. I diritti di trasmissione sono tutelati in quanto i titolari di diritti, come le leghe sportive, possono segnalare i casi di violazione a Piracy Shield, che a sua volta notifica agli Internet Service Providers (ISP) di bloccare gli stream illegali.

La piattaforma Piracy Shield è stata lanciata ufficialmente a gennaio 2024, dopo una serie di discussioni e sviluppi normativi avvenuti nel corso del 2023 ed è stata applicata dal 1 Febbraio. Essa rappresenta un tentativo significativo da parte delle autorità italiane e della Lega Serie A per contrastare la pirateria online, un problema che ha notevolmente influenzato l’industria dello sport e dell’intrattenimento.

La Piracy Shield non funziona

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Se hai letto i giornali, guardato i vari programmi Tv e ascoltato le trasmissioni politiche avrai notato l’entusiasmo che ha accolto la notizia sul blocco delle piattaforme illegali introdotte con la riforma anti-pezzotto. “Il sistema funziona, non vediamo l’ora di provarlo…abbiamo bloccato lo streaming e dato nuova vita al campionato…il pezzotto è morto“…ma sarà proprio così?

La Piracy Shield è stata introdotta nel giorno di Inter-Juve, big match decisivo per il campionato o almeno molto importante. La piattaforma ne era uscita decisamente sconfitta ma era il primo test e alcuni avevano parlato di problemi tecnici facilmente risolvibili dovuti alla gioventù della piattaforma stessa..una sorta di “dateci tempo, è sola la prima volta“.

Nello stesso momento, sui Social e sui vari Forum arrivavano le prime sentenze: la Piracy Shield non funzionase pensate di aver bloccato lo streaming con una legge facilmente aggirabile da una VPN non conoscete il mondo di Internet. Ma dall’altra parte c’era chi ripeteva le parole più speranzose dei fautori della legge: è solo la prima giornata…vedrete che dalla prossima non riuscirete a vedere nulla. Ma qual’è la verità? La Piracy Shield funziona o è solo uno specchietto per le allodole?

Premesso che ogni forma di illegalità è da condannare e che non vogliamo in nessun modo incentivare la pirateria o sostenere le piattaforme illegali di streaming, non abbiamo mai creduto che questa soluzione fosse la manna caduta dal cielo che avrebbe fermato il fenomeno, al massimo avrebbe potuto limitarlo per un breve periodo, ma come successo per la pirateria musicale e cinematografica il fenomeno non si sarebbe interrotto.

Se si studia il mondo di Internet e si guardano siti come Hesgoal, Rojadirecta e SoccerON si capisce che il tentativo di fermare la pirateria è fallito amaramente e che avevamo ragione quelli che dicevano che impostata in questo modo la Piracy Shield non serve. Un risultato, nonostante nessuno lo voglia ammettere, facilmente prevedibile.

Piracy Shield Flop. Ecco i motivi

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Analizzando la storia della pirateria e i tentativi di bloccare la progressione di questo fenomeno si capisce uno dei principali motivi del fallimento: se qualcosa non è accessibile in modo gratuito a tutti, qualcuno cercherà il modo di accedervi senza pagare. E’ nella natura umana, e ancora di più in una società, quella italiana, che ha nel suo DNA l’arte dell’arrangiarsi, trovando un alternativa al sistema…nel bene e nel male.

Scendiamo in piazza per la nostra squadra ma non per i nostri diritti, diceva qualcuno. Da questa affermazione, sicuramente un pò forzata ma con un fondo di verità, si può intravedere un altro dei motivi che ha portato al fallimento…gli italiani possono rinunciare a tante cose ma non al calcio

Se uniamo questi due pilastri al progressivo aumento degli abbonamenti e all’impossibilità di guardare tutto il calcio su un unica piattaforma, impendendo ai meno abbienti e a chi non vuole registrarsi su 4,5 servizi contemporaneamente la visione del “pacchetto completo” abbiamo un altro dei motivi principali del flop.

Un altro dei motivi rilevanti riguarda la tecnologia, i Social e Google stessa. Le piattaforme nate per trasmettere eventi sportivi in modo illegale rinascono infatti nel giro di pochi giorni dalle proprie ceneri nonostante le continue cancellazioni. Ma come funziona questo processo?

Dopo una segnalazione da parte del fruitore dei diritti, Google è tenuta a bloccare il dominio incriminato, che rinasce cambiando una lettera al suo url o il proprio nome aggirando di fatto il blocco in poche ore. Creare dei siti da zero è infatti oggi giorno una banalità e l’indicizzazione dei contenuti non viene mai controllata del tutto, se non dopo le opportune segnalazioni. 

Farlo per ogni sito creato sarebbe impossibile, o forse no, ma se a pensare male ci si azzecca si deve considerare anche il fatto che le pubblicità sono per il motore di ricerca più famoso al mondo uno dei mezzi più remunerativi di entrata, e lo stesso vale per i Social.

Vi è mai capitato di vedere sponsorizzati dei contenuti palesemente illegali o delle truffe evidenti? Ecco, chi le sponsorizza paga Google, Facebook, ecc…per questa pubblicità. E’ possibile che l’indicizzazione dei contenuti o delle “sponsorizzate” non possieda ancora dei filtri evoluti in grado di riconoscerle? Un ragionamento da complottisti…o forse no. 

Potremmo anche inserire tra i motivi rilevanti il ruolo della criminalità organizzata ma ci nasconderemo dietro ad un dito e ad una ovvietà che vale anche per la droga o altre attività illegali…se non c’è la domanda non c’è l’offerta.

Una soluzione contro la Pirateria

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Trovare una soluzione contro la pirateria che non faccia più esclamare Piracy Shield non funziona o Piracy Shield flop è sicuramente complicato da trovare ma c’è bisogno di pensare a delle soluzioni serie e fattibili.

La strada da percorrere potrebbe essere quella intrapresa con l’industria musicale che dal blocco legato al copyright di ogni brano, le pubblicità progresso e la lotta ai venditori ambulanti si è evoluta in una scelta da parte del “sistema” di mantenere più libera la musica, offrendo agli utenti premium il blocco delle pubblicità o altri servizi di ascolto. Musica per tutti ma migliore per chi paga!

Una seconda strada potrebbe essere l’introduzione di un sistema basato sull’IA che riesca realmente a bloccare siti, app e piattaforme illegali in pochi ore tramite un sistema in grado di riconoscere l’evoluzione di questi portali. Di contro si potrebbe però sviluppare una tecnologia alternativa che impedisca all’IA di leggere i propri dati…insomma tecnologia contro tecnologia.

Il terzo ed ultimo sistema è forse un Utopia. Riuscire a cambiare i nostri valori e la nostra cultura iniziando a pensare che il calcio, lo spettacolo e tutto quello che non è essenziale per la nostra vita non è fondamentale. Se si vuole vedere qualcosa che comporta uno show si deve pagare e se non è possibile si può rinunciare ad esso, evitando di inventarci stratagemmi che aggirino la legalità.